Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge riprende, con limitate modifiche, un'analogica iniziativa già proposta nella XIV legislatura (atto Camera n. 771), le cui linee essenziali appaiono ancora valide nonostante le modifiche introdotte nell'ambito della riforma del secondo ciclo di istruzione operata con il decreto legislativo n. 226 del 2005. Il problema della struttura e della funzione degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria si è imposto ormai da tempo con il maturare della consapevolezza che non si può non tener conto dell'evoluzione delle esigenze che ha accompagnato lo sviluppo storico della nostra società.
      La complessità, o l'ipercomplessità come si dice da taluno, che connota i processi sociali e produttivi richiede il riorientamento dell'istruzione verso obiettivi formativi altrettanto complessi, obiettivi per il cui raggiungimento è necessario ridefinire la duplice valenza propria degli esami di maturità, quale canale di accesso, da una parte, alla formazione post-secondaria ed universitaria e, dall'altra, ai sistemi esterni alla scuola e cioè ai sistemi della produzione e delle professioni.
      I punti critici di maggiore rilevanza pratica appaiono essere tre:

          a) la struttura ed il numero delle prove di esame;

          b) la composizione delle commissioni esaminatrici;

          c) la valutazione delle prove.

 

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      Siamo quindi tutti convinti che occorra procedere ad una riforma seria che guardi non alla facciata, ma alla ristrutturazione interna. Andrà assicurata serietà nell'accertamento del livello di maturità raggiunto dagli alunni; ma l'innovazione si dovrà inquadrare nella più vasta strategia di rinnovamento della nostra scuola.
      La riforma dell'esame di Stato non dovrà consistere solo in una semplicistica modificazione della commissione, ma dovrà prevedere un esame condotto con intelligenza, con professionalità, puntando sulla verifica della reale maturità intellettuale e culturale del candidato.
      L'esame di Stato dovrà designare il momento conclusivo e molto serio di un percorso di studi importante; non potrà perciò essere un qualcosa di astratto, di estraneo, che viva una vita diversa da quella che si vive durante l'intero percorso didattico-educativo.
      Si renderà, pertanto, necessario strutturare l'esame di Stato su prove che verifichino il grado di preparazione raggiunto dai candidati rispetto agli obiettivi didattici e formativi propri degli indirizzi di studio seguiti e tali, altresì, da verificare la personalità complessiva di ciascuno dei candidati stessi rispetto alle ulteriori scelte da compiere.
      L'esame di Stato consterà di prove scritte, di laboratorio o pratiche (ove peculiari del corso di studi) e orali.
      Le prove scritte saranno tre: una prova di italiano che dovrà tendere ad accertare le capacità espressive logico-linguistiche, critiche e culturali del candidato; la seconda e la terza prova, che potranno avere anche carattere grafico o scritto-grafico o tecnico-pratico, verteranno su due materie caratterizzanti ciascun corso di studi.
      Le prove orali si svolgeranno su tutte le discipline dell'ultimo anno di corso.
      La commissione d'esame sarà costituita da un presidente, per due terzi delle discipline d'esame da commissari esterni, tratti da appositi albi e da commissari interni per le restanti discipline.
      Particolare attenzione dovrà essere posta nei confronti della valutazione, contraddistinguendo ogni fase della prova di esame da giudizi e voti e distribuendo i voti in percentuali sia alle fasi di esame, sia alla presentazione della scuola, sia al curriculum del candidato.

 

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